La notte di San Lorenzo al convento dei Battendieri, suona con le mani di un giovanissimo pianista. Si chiama Lorenzo Vitolo e il 10 agosto nell’oasi del Mar Piccolo, si è esibito con un trio di eccezione:Aldo Capasso dbass Marco Fazzari drums.
Insieme superano di poco i sessant’anni, ma quanta bravura, servita a un pubblico numeroso e attento con una luminosa e semplice modestia. Il secondo concerto, attraverso i luoghi più suggestivi che Jonio Jazz Festival con il suo presidente Piero De Quarto ha scelto per una rinnovata edizione, tutta natura, storia e naturalmente jazz,scivola nel fresco della sera.
Il palco allestito sotto le finestre del convento, suggestivamente illuminate, e il marchio dell’associazione, come una luna piena di musica. “Una serata giovane”, apre Piero De Quarto, “un atto dovuto a talentuosi musicisti”, pensando ai tanti artisti inseriti nelle passate edizioni del Festival e si comincia.
“Blue in green” di Miles Davis tutto creatività e freschezza in uno dei più conosciuti standard. Poi pezzi di composizione del pianista, inseriti nell’album di esordio di Lorenzo Vitolo, “Changing Shapes”. E allora “Vicinity” “Nehalemnia”, scritto pensando a una figura della mitologia celtica, “Next stop”, un incubo su un incidente in treno, sognato e messo in musica e “Beyond desire”.
Tocco classico (ha studiato al Conservatorio di Napoli e si è specializzato in Olanda, ha ricevuto premi fra i più prestigiosi), e il concerto volge al termine non senza concedere un bis fra John Coltrane ed Enrico Pieranunzi di cui Lorenzo Vitolo con il suo trio esegue un fantastico “Don’t forget the poet”.
Applausi generosi e si chiude, ma non del tutto. C’è un fuoriprogramma.
Sul palco è rimasto il pianoforte. Ne approfitta Piero De Quarto (che si autodefinisce “Pianista domestico”, per suonare di fronte a un pubblico di amici, per chi è rimasto a godersi il fresco della sera, tra il gracidare delle rane che abitano il laghetto di acqua sorgiva dell’oasi e il tetto di stelle.
Gli occhi puntati a scrutare il cielo perché la notte di San Lorenzo non si può’ chiudere senza affidare un sogno a una stella.
di Serena Corrente